Buon lunedì, prodi seguaci!🍚

Mancano ancora due mesi alla fine dell’estate e io sono nella disperazione nera: sto rimandando tutto il rimandabile pur di non dover abbandonare il ventilatore. Non sono nemmeno passata in libreria, pensate quanto è grave la situazione. Per fortuna ho una bella scorta di libri da leggere, uno dei quali è Il sogno del Villaggio dei Ding di Yan Lianke, che parla dell’epidemia di AIDS seguita alla selvaggia vendita del sangue in un paesino cinese negli anni Novanta.

Zhao Xiuqin inveiva andando avanti e indietro in mezzo alla folla, finché, stanca di quelle offese, si lasciò cadere su un sacco. La raccolta dei contributi si era svolta subito dopo pranzo e a quell’ora il sole era nel punto più alto, immobile sopra la pianura. Il suo calore avvolgeva il villaggio come una coperta. L’inverno era ormai alla fine e stava arrivando la primavera. La gente aveva ancora addosso le giacche imbottite, o teneva i cappotti sulle spalle. I più vecchi portavano ancora le loro pelli di pecora. Ma sui rami della sofora erano già spuntati teneri germogli, d’un colore verde chiaro e giallo e di una delicatezza traslucida, che li faceva assomigliare a gocce d’acqua sospese nella luce del sole. Tutti, ma proprio tutti i compaesani erano usciti dalle loro case. La raccolta dei contributi era un evento di per sé interessante, adesso poi che nei sacchi erano stati trovati pezzi di tegole e sassi, era ancora più interessante; da un paio d’anni, da quando cioè era arrivata la febbre, non si era visto niente di così interessante. Ecco perché erano venuti tutti a vedere, giovani e vecchi, e tutti si accalcavano, facevano capannello attorno ai sacchi di cibo e maledicevano i disonesti.

Copertina di Il sogno del Villaggio dei Ding di Yan Lianke_ raffigura un carattere cinese circondato da un motivo grafico con fiori e uccelli. È risso scuro e in basso si vede colare del sangue.

Descrizione: Il Villaggio dei Ding è un pugno di case di paglia disteso lungo l’antico letto del Fiume Giallo. Il suo è un equilibrio che sembra immutabile, ma negli anni ’90 tutto è sommerso dall’“ondata rosso sangue”: la spregiudicata campagna del governo cinese per promuovere la vendita del sangue tra i contadini, che aderiscono in massa con il sogno di costruire case di mattoni e nuovi pollai. Mentre alcuni si arricchiscono con questa compravendita, altri si ammalano di una strana “febbre”: l’AIDS. Yan Lianke traduce in personaggi e immagini indimenticabili la storia di un’intera comunità spazzata via “come le foglie di un vecchio albero”: il giusto Maestro Ding alle prese con un figlio senza scrupoli, la campagna che a poco a poco si inaridisce come se fosse anch’essa dissanguata, il villaggio che si riempie di stendardi funebri bianchi come la neve, la scuola del paese che diventa l’ultimo rifugio dei malati e il teatro di odi e amori. Un romanzo che nasce da una tragedia vera e misconosciuta, intenso e crudele come un racconto epico, struggente come una ballata.

4 risposte a “Citazione della settimana – “Il sogno del villaggio dei Ding” di Yan Lianke”

  1. Questa storia è veramente interessante, non la conoscevo affatto. Penso che sarà una lettura davvero interessante, grazie del consiglio!

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    1. Anch’io l’ho incrociata un po’ per caso.

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  2. L’argomento del libro è tremendo! 😱
    Comunque meno male che c’è il caldo a salvaguardare il tuo portafogli e, si spera, ad aiutarti a smaltire i libri accumulati! 😁

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    1. Sì, non il genere di lettura leggera che si fa in estate…
      Eh ma non lo salvaguarderà a lungo, visto che avevo in programma di prendere tutti libri di serie che ho iniziato…😅

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