Copertina di Fantasmi. Una storia di paura di Lisa Morton: raffigura la sagoma scura di quella che sembra un bambino fantasma, con occhi, colletto, cintura e bordo dei pantaloni rossastri.

Descrizione: L’atmosfera sinistra di una vecchia casa abbandonata o di un cimitero, una sensazione improvvisa di gelo, rumori inspiegabili, una figura evanescente percepita con la coda dell’occhio: l’apparizione di un fantasma è da sempre ben radicata nel nostro immaginario. Se c’è un elemento comune a tutte le culture del pianeta è proprio la credenza in queste manifestazioni soprannaturali, presenze inquietanti che suscitano timore, protagoniste di leggende popolari, miti e tradizioni arcaiche. Nella storia i fantasmi hanno assunto molteplici forme: gli spiriti dei defunti temuti e onorati nel mondo antico, dall’Egitto alla Grecia; le ombre degli avi evocate da Ovidio nei Fasti; gli spaventosi ‘draugar’ del folclore norreno che infestano i tumuli; i ‘bhuta’ del continente indiano, pericolosi e sempre affamati; le apparizioni del Medioevo cristiano, talvolta miracolose e angeliche, talvolta inganni del demonio. Nessuna epoca, racconta Lisa Morton, sfugge a questa fascinazione: in pieno, razionale XIX secolo esplode la mania dello spiritismo, in cui confluiscono tecniche scientifiche, trucchi teatrali, truffe plateali e il sincero desiderio di entrare in contatto con i propri cari estinti. E se in passato era soprattutto la letteratura a tramandare la figura del fantasma, oggi sulle case infestate abbondano soprattutto leggende urbane, film horror e programmi televisivi dedicati ai cacciatori di ectoplasmi e ai loro bizzarri strumenti. Spaziando da Amleto a “Il sesto senso”, in “Fantasmi” Lisa Morton stila una vera e propria enciclopedia spettrale che raccoglie miti, racconti e testimonianze di eventi inspiegabili, narrando così la storia delle nostre paure più profonde – e più affascinanti.

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Non ho mai approfondito la figura del fantasma, di come si sia evoluta nel tempo e di come si presenti in maniera a seconda delle varie culture che la includono. Quindi Fantasmi di Lisa Morton è stata un’ottima occasione per dare una sbirciatina a queste creature che ancora hanno una grande influenza sia nelle credenze popolari sia nelle storie che ci raccontiamo.

Ho molto apprezzato la storia dell’evoluzione della parola ghost, la cui definizione non è sempre stata quella che in italiano traduciamo con fantasma, ma si riferiva all’essenza della vita. Gli spiriti deə mortə appariranno – è proprio il caso di dirlo – nell’epoca di Geoffrey Chaucer e al tempo di William Shakespeare erano già una figura consolidata, visto che il drammaturgo ne inserì uno come personaggio principale nell’Amleto.

Dopo la carrellata di presenze spettrali in occidente, si passa a quelle orientali e a quelle dell’America Latina e dell’emisfero meridionale: il saggio ci si sofferma brevemente, per poi spostarsi ad analizzare i tentativi di dare la caccia ai fantasmi da parte di presuntə professionistə del paranormale che sfoggiano apparecchi tecnologici e una terminologia pseudoscientifica. Il libro termina poi con una carrellata di storie, letterarie e cinematografiche, nelle quali fanno la loro comparsa i fantasmi.

In definitiva, è una lettura per chi non sa da dove iniziare ad approfondire l’argomento: tenete conto che pure io che so due cose in croce sui fantasmi ci ho trovato tante informazioni che avevo già. Quindi non è proprio il libro che fa per voi se già sguazzate tra ectoplasmi e catene sferraglianti: probabilmente lo troverete anche poco scettico se il vostro raccontatore preferito di storie di fantasmi è Massimo Polidoro. Però lo si legge volentieri e per il resto c’è sempre la bibliografia per andare oltre.

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Valutazione del libro: tre stelline gialle

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