
Descrizione: Come sta la 194, la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza? Per saperlo avremmo bisogno dei dati, ma quelli della relazione di attuazione del Ministero della salute sono chiusi, aggregati per regione e vecchi. Cioè sono poco utili e poco a fuoco. È come ricevere un invito a cena senza avere l’indirizzo preciso. Dove andiamo? A chi chiediamo indicazioni? Immaginate di voler sapere se in un ospedale si eseguono le interruzioni volontarie della gravidanza, perché non in tutti gli ospedali si può abortire, quanti ginecologi ci sono e quanti di questi sono obiettori di coscienza. È possibile? Non proprio. Che fare? O avete un amico medico, meglio se in buoni rapporti con la direzione sanitaria di quell’ospedale, oppure potete provare a telefonare o a mandare una email, ma in questo caso potrebbe volerci molto tempo e non è nemmeno detto che riuscirete a ottenere questa informazione. Perché le Asl o i singoli ospedali non sempre rispondono, anche se dovrebbero, oppure elencano scuse burocratiche e amministrative e difficoltà nel recuperare i dati. Ecco perché Mai Dati, perché i numeri delle singole strutture non ci sono o si trovano solo con molta fatica. Abbiamo bisogno di una mappa dettagliata e aggiornata, disegnata a partire da dati aperti e ufficiali. Li abbiamo chiesti, ce li hanno mandati (non tutti). Abbiamo bisogno di questi dati sui quali non dobbiamo fare ipotesi magiche o essere costrette a verifiche complicatissime. Speriamo che tutti questi (mai) dati si possano trovare presto e facilmente sui siti istituzionali. Senza bisogno di una caccia al tesoro.

È notizia di inizio mese che il Ministero della Salute ha pubblicato finalmente la sua relazione sull’attuazione della legge 194/78 relativa ai dati del 2022. Se pensate che lo scandalo dei dati relativi all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) sia tutto qui, leggetevi pure Mai dati, indagine di Chiara Lalli e Sonia Montegiove su come vengono raccolti questi dati e sulle difficoltà di avere dei chiarimenti.
Già, perché la storia dei dati relativi all’IVG è fatta di contraddizioni, buchi e formati chiusi che li rendono difficilmente utilizzabili, sia da parte di chi vuole farsi un’idea dello stato della procedura medica, sia per chi deve abortire e ha bisogno di cercare una struttura e unə medicə non obiettorə. Anzi, unə medicə non obiettorə che effettivamente esegua le IVG perché, sebbene il dato non compaia nelle relazioni ufficiali, nei fatti si registra una differenza tra medicə non obiettorə “praticanti IVG” e “non praticanti IVG”. Quindi nei dati ufficiali potrebbero comparire quattro medicə non obiettorə, ma solo unə di loro potrebbe essere “praticante IVG”. Bello, vero?
Non è nemmeno l’unica assurdità di questi dati, che non vengono raccolti in una comoda modalità standard (in modo che siano facilmente lavorabili), ma in molti modi diversi, spesso usando carta e penna, senza che sia evidente a quale struttura rivolgersi per avere un’IVG e creando mille ostacoli perché sia mai che queste donne siano lasciate libere di gestire il loro corpo in autonomia, chissà dove andremo a finire altrimenti, signora mia!
Mai dati non è un libro sull’aborto e si concentra unicamente sulla raccolta dei dati, che dovrebbero essere pubblici e facilmente reperibili e usabili e invece vengono forniti (se forniti) di malavoglia, incompleti e senza alcuna soluzione di continuità. E se non sono riuscite a reperire dai dati utili due giornaliste, figuriamoci cosa possiamo mai ottenere noialtre normali cittadine se abbiamo bisogno di una IVG. Alla luce di tutto questo, non sembra più così strano che la relazione del Ministero della Salute arrivi spesso (molto) in ritardo.




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