Buon lunedì, prodi seguaci!🧜

Sarebbe la settimana della consapevolezza aromantica, ma io ci sono arrivata allegramente impreparata tra trasloco, influenza e cose che dovevano funzionare e invece non funzionano manco per il cavolo: non so se riuscirò quindi a scrivere qualcosa in tema. Nel frattempo, sistemiamo il piglio del mese: cosa fatta capo ha.

Divisore giallo, con due fiori alle estremità

Il primo libro pigliato è Femminismi futuri a cura di Lidia Curti, un ebook che ho comprato nel 2020 e se non mi sbrigo a leggerlo ho paura che quel futuri perda mordente stemperandosi in presenti e passati. Il libro nasce dal gruppo di lettura e di ricerca omonimo, nato nell’ambito del Centro di studi postcoloniali e di genere dell’Università Orientale di Napoli. Composto da studiose di diverse generazioni e interessi, il gdl ha affrontato diversi testi del femminismo più recente e romanzi fantasy e di fantascienza: Femminismi futuri raccoglie le loro riflessioni.

Copertina di Femminismi futuri a cura di Lidia Curti: raffigura la statua Chocolate Nguva di Wangechi Mutu. Si tratta di una creatura mitologica kenyota simile a una sirena.

Tra letteratura, scienza, arte e attivismo digitale, dal cyber allo xeno-femminismo, fino alla nuova ecologia di Donna Haraway: una lunga cavalcata tra i romanzi fantastici e di fantascienza speculativa femminile, da Ursula K. Le Guin a Octavia Butler, Nnedi Okorafor, fino alle artiste afrofuturiste che stanno disegnando un nuovo scenario, reale e immaginario, del futuro che ci aspetta. Una ricerca del gruppo “Femminismi futuri” – coordinata dalla decana di Anglistica Lidia Curti – che propone una serrata interrogazione sulle molte domande che vengono dal femminismo del nuovo secolo in una società insidiata dai fantasmi e mostri dell’antropocene e attraversata dal progresso digitale e tecnologico che stabilisce chi siamo e come viviamo, caratterizzando sviluppo economico e politico e vita quotidiana. Temi di assoluta attualità nel dibattito culturale e politico a livello internazionale.

Divisore giallo, con due fiori alle estremità

Il secondo libro pigliato è Un altro genere di forza di Alessandra Chiricosta. È un brutto momento storico nel quale i gruppi reazionari al potere cancellano anni di studi scientifici che contraddicono il loro pensiero retrogrado dopo aver piagnucolato per anni di censure solo perché gli veniva fatto notare quanto fossero offensivi e pericolosi per mezza popolazione mondiale; quindi non ci resta che puntare i piedi e continuare a spargere semini: spero che questo saggio vada proprio in questa direzione.

Copertina di Un altro genere di forza di Alessandra Chiricosta: raffigura cinque donne diverse per età, colore dei capelli e di pelle. Sono disegnate in stile fumetto e tutte hanno un pugno appoggiato al palmo aperto dell'altra mano.

I maschi sono forti, le donne sono deboli: sembra un’ovvietà che spiega molto dei rapporti tra uomini e donne, di come si sono strutturati e organizzati nel corso della Storia. I forti tendono a combattere e distruggere, i deboli ad accudire e proteggere la vita: così si è creata una dicotomia che fa della forza una via maestra verso la violenza, e della cura una premessa della mitezza e della pace. Ma siamo sicuri che questa differenza si radichi nella “natura”? E che non sia invece una costruzione culturale, un “dispositivo biopolitico” da smontare per svelare un paradigma che ha limitato fortemente l’esplorazione di altre dimensioni ed elaborazioni di concetti come “femminilità” e “mascolinità”. È il paradigma, non l’oggettività corporea, ad aver articolato le relazioni tra i generi alla stregua di una lotta tra vittima – reale o potenziale – e carnefice – reale o potenziale. Nel pieno del dibattito sulla violenza di genere – dalle molestie ai femminicidi – in un percorso in più tappe, teorico ed esperienziale, l’autrice ridisegna il maschile e il femminile e con essi la mappa del discorso sulla forza distinguendolo da quello della violenza: perché ci vuole una particolare forza sia per non essere “vittime” sia per non esercitare un potere soggiogante.

Divisore giallo, con due fiori alle estremità

Per oggi è tutto: fatemi sapere se avete già letto uno dei due, se sono nella vostra lista dei desideri oppure se state leggendo tutt’altro ma vi va di farmelo sapere!

A presto!🌊

2 risposte a “PdM 2025: il piglio di febbraio”

  1. Libri che non conoscevo ma che mi interessano. Ne prenderò nota, per un futuro prossimo. Perché no, per me non è questo il momento per leggerli.

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    1. Femminismi futuri l’ho finito e mi è piaciuto un sacco! Mi ha anche incuriosita verso un sacco di altri titoli, mannaggia! Non ne avevo esattamente bisogno😅

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