Buon lunedì, prodi seguaci!🔖
Quanto volete bene alle biblioteche? Io davvero tanto, visto che mi permettono di leggere tanti libri completamente gratis – bonus d’amore per tutti quei titoli che puoi leggere solo grazie alla biblioteca perché sono fuori catalogo e nell’usato non si trovano. Quindi ecco a voi una breve citazione da Biblioteche, un libriccino che raccoglie quattro approfondimenti dedicati a queste meravigliose strutture.
Il secolo XIX con lo straordinario incremento della stampa, a cominciare dal giornalismo politico, scientifico, tecnico, con l’applicazione del diritto statale di stampa a sempre più larghi confini in favore delle principali biblioteche di Stato, con le relazioni internazionali degli studi sempre più strette, vede le principali biblioteche pubbliche assurgere a proporzioni non mai prima raggiunte, e sorgerne di nuove. Si può dire che gli spazi in addietro sufficienti a una rispettabile biblioteca, ora basteranno appena ai cataloghi dei nuovi grandiosi archivi del libro. Anche la funzione della biblioteca pubblica, specialmente nella seconda metà del secolo, si allarga e acquista nuovo carattere: non più soltanto agli studi di pochi essa deve servire, ma alla cultura di tutti. Di fronte a questa nuova esigenza le grandi biblioteche nazionali si rinnovano negli edifici e negli ordinamenti. Allora l’Italia, impegnata nei problemi della sua liberazione, e poi, del suo assestamento politico, non poté partecipare a questi progressi in un campo in cui, durante il Rinascimento, era stata iniziatrice. E forse le stesse grandi tradizioni, più che le altre condizioni storiche, furono di ostacolo al sorgere dell’istituto che i tempi moderni richiedevano. Non senza ragione i paesi in cui il tipo della biblioteca moderna poté meglio delinearsi furono quelli che non avevano vecchi istituti da conservare e tradizioni culturali da rispettare.

Esiste un luogo che condensa magicamente il sapere universale incutendo timore e soggezione ma allo stesso tempo suscitando come nessun altro stupore e senso di pace: siamo in biblioteca. Da quelle dell’antico Oriente alle greche preellenistiche, dalla famosa, storica alessandrina a quelle di Roma e del mondo romano, dalle cristiane alle medievali, dalle rinascimentali fino a quelle moderne, spettacolari, di Parigi, Londra, del Vaticano, questo libro è un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dei modi in cui popoli ed età diverse hanno conservato lo scibile e tramandato ai posteri l’eredità culturale del passato. Da considerare che in un’età nella quale la stampa non era ancora stata inventata una biblioteca non era soltanto raccolta, ma anche officina di manoscritti, dove i rotoli venivano sì acquistati, ma anche copiati. Non è solo la storia a essere raccontata in queste pagine, che ricostruiscono anche i diversi criteri di ordinamento e archiviazione, le varie scelte architettoniche, di distribuzione interna degli spazi, di estetica, di illuminazione, per offrirci lo spettacolo dei luoghi della conoscenza nella sua interezza. Introduzione Francesco Guglieri.


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