Copertina di La scienza dell storytelling. Come le storie incantano il cervello di Will Storr. C'è una pagina che riporta l’incipit del saggio e dall'angolo sollevato in basso a destra si intravede uno sfondo blu pieno di neuroni (puntini) collegati tra di loro.

Gli esseri umani sono animali narrativi. Siamo circondati da storie: non solo nei libri e nei film ma anche nei giornali, nelle arene sportive, nei tribunali, nei videogiochi e nelle aule parlamentari, fino ad arrivare ai nostri pensieri e ai nostri sogni. Queste storie contribuiscono a plasmare il carattere e l’identità che ci definiscono come persone, ci aiutano a capire il mondo e ci consentono di scambiare informazioni sociali. Proprio quest’ultima motivazione potrebbe aver stimolato l’evoluzione del linguaggio. Quindi, se il nostro cervello è in un certo senso un “processore di storie”, perché non esplorare questa capacità narrativa dal punto di vista delle neuroscienze e della psicologia? È quello che fa Will Storr in questo libro, al tempo stesso manuale scientifico per scrittori e saggio divulgativo su come il nostro cervello crea mondi, significati e sfide morali.

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Pur non essendo un manuale di scrittura creativa, La scienza dello storytelling non dovrebbe mancare nella libreria di chiunque abbia a che fare con la creazione di storie: Storr, scrittore che tiene corsi di scrittura creativa, ci spiega perché il nostro cervello è tanto affascinato dalle storie e quali sono quelle che lo catturano di più.

Si tratta quindi della divulgazione delle conoscenze di neuroscienza e psicologia utili da sapere prima di iniziare a pensare a come costruire un’idea di storia: per questo è un saggio interessante sia per chi le storie le crea sia per chi ne fruisce. Perché è bello godere delle storia, ma è bene farlo – per così dire – in sicurezza, visto che possono essere potenti e influenzarci in modi che è utile conoscere. La scienza dello storyteling ci mostra, infatti, perché chi è al potere è sempre molto attento a quali storie vengono raccontate e a raccontare a sua volta storie costruite per convincere della sua bontà.

Ci sono storie che non vogliono semplicemente insegnarci qualcosa o intrattenerci: ci sono storie che vogliono convincerci di qualcosa a beneficio di chi quelle storie le ha scritte o fatte diffondere. In questa categoria rientrano la pubblicità e la propaganda politica, che a prima vista nemmeno riconosciamo come storie, ma lo sono e dobbiamo imparare a esercitare dello scetticismo nei loro confronti, anche se sanno toccare i tasti giusti e risuonano abbastanza con le nostre convinzioni da non farci scattare nessun allarme.

Storr ci spiega con semplicità quali sono gli elementi cardine di una storia, sia con esempi di storie celebri sia citando studi che ne spiegano il perché. Inizia dall’importanza di costruire il mondo dove si svolgerà la vicenda, per poi proseguire nella creazione di personaggi con i quali creare il significato della storia. Per Storr, infatti, la storia vive grazie all’interazione di unə certə protagonista con gli altri personaggi, in una certa situazione in un certo contesto. Grazie alla sua esperienza come insegnante, è anche capace di segnalare alcune delle debolezze che più spesso emergono nelle varie fasi di creazione di una storia e di come queste dipendano da debolezze personali di chi scrive: sarà necessario superarle per non dare vita all’ennesima storia piena di noiosi cliché.

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Valutazione del libro: cinque stelline gialle

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