Like most women in dead-end relationships, Holly Markham was used to finding substitutes for love. Like chocolate. Fun times with good friends. Throwing herself into her work as a mathematician. But throwing herself into the arms of a leather-clad stranger was never on her list. Even when she does exactly that, she’s stunned when the other woman tells her there can be no repeats, no contact, never again.
Reyna Putnam has lived by the rules of her politically ambitious father for years. Increasingly anguished by the work she does at his behest, trysts with women like Holly are all that keep her sane. She tries to banish the memory of Holly as she has so many other women because nothing has changed. She’s trapped in a cage not of her own making.
Holly has no intention of living in the shadows, and sets out to uncover the secrets of her own past hoping they will lead her back to the mysterious Reyna and some kind of future.


Ho iniziato a leggere Substitute for love soprattutto per due motivi. Il primo era che avevo voglia di leggere un romanzo con protagoniste delle lesbiche. Ehi, case editrici italiane, toc, toc, quando vi deciderete a darci anche libri che parlano di lesbiche? O dobbiamo rassegnarci al fatto che non esistano (come il Molise)? Insomma, ci sono CE come Dreamspinner Press e Triskell che pubblicano letteratura romantica gay, non vedo perché non si dovrebbe pubblicarne anche di lesbica.

Il secondo motivo era che volevo leggermi qualcosa di leggero, compatibilmente alla scarsa collaborazione fornita dal mio cervello in concomitanza con temperature oltre i trenta gradi. Ho fatto un giretto su The Lesbian Review nel tentativo di evitare un bidone e la scelta è ricaduta su Substitute for love e direi di non essermene pentita.

L’aspetto che mi è piaciuto di più di questo romanzo è stato l’insolito sviluppo narrativo per un libro di questo genere – tanto da farmi pensare che sia in bilico tra il romantico e della blanda letteratura lesbica (non necessariamente romantica). Infatti, più che alla storia d’amore tra le due protagoniste, si dà grande spazio alla loro storia personale, a ciò che le porterà a incontrarsi – solo nella seconda metà del romanzo. Posso capire che una trama del genere faccia storcere il naso a chi ama l’incontro tra le/gli amanti già dalle prime pagine, ma questa “dilazione” ha fatto sì che ci si affezionasse a Holly e Reyna, si capissero bene i motivi delle loro scelte e in ogni caso non toglie niente allo sviluppo della loro relazione.

Il romanzo è del 2001 ed è una specie di compendio a ciò che può accadere a una persona e/o coppia omosessuale inserita in una società che non garantisce loro uno straccio di diritto e dove il pregiudizio si respira insieme all’aria. Insomma, fa incazzare parecchio. Per fortuna, però, non mancano i momenti spassosi, che, anche se seguono il cliché del genere (battute salaci rivolte a una “neofita” et similia), mi hanno fatto divertire.

Non mancano nemmeno i momenti in cui si alzano gli occhi al cielo, momenti causati prevalentemente da coincidenze “sospette” e concentrati di sfiga che saranno pure possibili, ma fanno un po’ effetto “nuvola di Fantozzi”: non hanno raggiunto la mia soglia di fastidio, ma è molto caldo e potrei aver preso un abbaglio (o un’insolazione)…

3 stars smaller

6 risposte a “Substitute for Love di Karin Kallmaker”

  1. L’editore tedesco Ylva, l’anno scorso, ha fatto un timidiiiiissimo tentativo, facendo tradurre in italiano il romance/erotico Hot Line, di Alison Grey. So che volevano ripetere l’esperimento, ma non c’è ancora niente di stabilito (e io ho molto faticato a far circolare la notizia dell’uscita italiana; curiosamente, le resistenze le ho sentite soprattutto all’interno del mondo LGBTQ). Trovo come te ridicolo che ci sia questo gap, anche rispetto alla letteratura erotica/romance gay.
    Ad ogni modo, segno questo titolo che non conoscevo 🙂

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    1. Resistenze di che tipo? Io ne sapevo sugli m/m perché accusati (soprattutto quelli scritti da donne) di non essere fedeli alla realtà… accusa più che legittima probabilmente, ma a parer mio di scarsa rilevanza vista la facile propensione del genere romantico a “photoshoppare” la vita quotidiana. Avrebbe più senso incazzarsi per un libro come “Io che amo solo te” di Bianchini che vorrebbe essere serio, ma fa passare messaggi atroci sull’omosessualità (e non solo, in effetti).
      In Italia è uscito da poco per Leggereditore “Camera singola” di Chiara Sfregola (http://www.fanucci.it/collections/chiara-sfregola/products/_camera-single): speriamo che a forza di timidi tentativi si arrivi a colmare questo gap.
      “Hot line” non lo conoscevo io, quindi adesso vado a sbirciare… 😀

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      1. Non nominare Bianchini che mi viene la pelle d’oca! C’è anche la Milena Edizioni che ha una collana LGBT con un paio di libri lesbo che secondo me sono romance, ma non li ho letti.
        Le resistenze che ho avvertito io (ma potrei sbagliare completamente; il marketing non è il mio mestiere) sono quelle di un certo mondo (forse dovrei dire “isoletta”) LGBT che storce il naso di fronte al “non impegnato”, e quindi al romance. E’ lo stesso problema che dici tu per i M/M, e ahimè, esiste anche nel mondo inglese… conosco autori che hanno tutto il profilo pubblico costruito sul disprezzo del romance e la lode della letteratura “alta”. Io sono la prima a trovare asfittico e limitato il mondo del romance, ma fra questo e denigrarlo ce ne passa…

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      2. Questa gente non la capisco, come chi non legge libri pubblicati dopo il 1900 perché quella successiva non sarebbe la vera letteratura (e Joyce quindi sarebbe un pivello?). Posso capire che la letteratura romantica non piaccia, ma se ti fai vanto di leggere letteratura alta solo perché alta, be’ per me sei solo un* insicur* che ha il terrore di sembrare scem*. Come se poi solo gli/le scem* leggessero letteratura di intrattenimento… dovremmo cassare mezzi gialli, mezzo fantasy… ma dai! Io preferirei che ci fosse più buona letteratura di intrattenimento che portasse tematiche importanti all’attenzione di tutt* piuttosto che l’ennesimo romanzo pseudo-impegnato…

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      3. Sottoscrivo tutto. Il romance purtroppo gode di fama ancora peggiore rispetto al fantasy e ai gialli, ma il perché non l’ho mai capito.

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      4. Probabilmente perché è troppo associato alle donne e la roba “da femmine” pare non possa godere della stessa dignità di quella “da maschi”. >.<

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