
Ai racconti confluiti nei poemi omerici era affidato il compito di trasmettere di generazione in generazione il patrimonio culturale dei greci. Le istituzioni religiose, i valori, i meccanismi del controllo sociale, la vita familiare che l’Iliade e l’Odissea mettono in scena sono quelli di una società realmente esistita, e l’Itaca di cui questo libro si occupa è una piccola città greca che tra il nono e l’ottavo secolo a.C. sta assumendo i caratteri della polis. Il volume illustra le caratteristiche di questa città, le sue organizzazioni politiche, i meccanismi sociali, le sanzioni, la nascita delle istituzioni giuridiche, il rapporto tra pubblico e privato, le credenze religiose dei suoi abitanti, in altre parole la loro vita e la loro mentalità.
L’Itaca di questo libro è una piccola città greca che, tra il nono e l’ottavo secolo a.C., si appresta ad assumere i caratteri di una polis. Eva Cantarella illustra le caratteristiche di questa città, la sua organizzazione, i meccanismi sociali che ne garantiscono la sopravvivenza, la nascita delle istituzioni politiche, le credenze religiose dei suoi abitanti, la loro etica sessuale. In breve, la loro vita e la loro mentalità. La descrizione è affidata a una narrazione scandita dalle avventure di Ulisse durante il ritorno in patria, dal suo incontro con pericolose seduttrici e mostri cannibali abitatori di terre “senza assemblee e senza leggi”, dalla celebrata ma discutibile fedeltà di Penelope e dall’arroganza dei suoi cento otto pretendenti. Sul filo del racconto dell’Odissea e dei personaggi che la popolano, il libro analizza i modi che hanno permesso alla comunità dei Greci di superare il sistema della vendetta e progredire da una cultura della vergogna a una società del diritto.
Terzo libro di Eva Cantarella che leggo, l’ho trovato meno appassionante di L’amore è un dio e Dammi mille baci. Mi è sembrato meno brioso e più a classica lezione di letteratura greca.
Forse è stata colpa anche dell’ebook, che non era fatto tanto bene: titoli e contenuto erano indistinguibili se non per il testo accapo. Non proprio il massimo della chiarezza: almeno un grassetto ci sarebbe stato bene. Anche la traslitterazione dal greco delle varie parole è senza corsivo o virgolette, altro elemento che non favorisce la chiarezza.
Resta, comunque, un buon libro divulgativo se si vuole approfondire la conoscenza della società greca descritta nei poemi omerici, in particolare nell’Odissea.



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