Buon lunedì, prodi seguaci!⛈️

Sono tornata! Anche se il mio computer non è proprio in forma: il disco rigido sta per tirare le cuoia e mi hanno consigliato di lasciare che le tiri prima di cambiarlo perché ancora può farcela, quindi eccomi qua!😊

Per il resto, ci siamo lasciatз che ero in zona arancione e ci ritroviamo che sono in zona rossa: be’, almeno ho passato parte del fine settimana a leggere Il viaggio dell’assassino di Robin Hobb e, se continuo a macinare capitoli a questo ritmo, leggere queste 848 pagine non sarà un problema!😅

E visto che sono mancata per quasi una settimana, vi lascio a due recensioni (vediamo di recuperare!).

Pubblicato in più di sessanta paesi, Santa Evita (1995) è il romanzo più tradotto della storia della letteratura argentina. Basato sulla leggendaria figura di Eva Perón, il romanzo inizia là dove finisce la vita della sua protagonista. Mentre ripercorriamo a ritroso la vicenda della piccola sgraziata attricetta di provincia che fece innamorare prima il presidente della Repubblica argentina e poi l’intera nazione, siamo stregati dall’avventurosa vita post mortem del suo corpo: affidato da Perón alle cure di un imbalsamatore cui spetta il compito di renderlo immortale; poi moltiplicato in più esemplari per sottrarlo a macabri tentativi di rapimento; trasferito, nascosto, ricercato addirittura dai servizi segreti e infine idolatrato, reso mitico dall’aura di «santità» che emana la leggenda di Evita.

La storia del cadavere di Evita Perón è una di quelle che, se fosse stata creata dalla fantasia di qualche autorǝ, l’avrei bollata come incredibile. Già l’idea di far imbalsamare un cadavere mi sembra così strana (anche se, per esempio, con i papi si fa ancora), figuriamoci se poi questo cadavere diventa oggetto di culto e timori e viene quindi nascosto a destra e a manca per non farlo trovare a chi potrebbe usarlo per rafforzare la resistenza peronista.

E tutto questo è iniziato per un no ignorato. Evita Perón non voleva che il suo cadavere diventasse oggetto di interessi morbosi, ma suo marito pensò bene di farla imbalsamare, dando la stura a una morbosità che ha quasi dell’incredibile se non si intrecciasse con il desiderio di rimettere al proprio posto una donna che non c’era stata e di ridurre la sua figura entro confini che la rendessero di nuovo comprensibile.

Eloy Martínez romanza la storia di Evita Perón, perché la letteratura può arrivare laddove la storia è ormai una trama sfilacciata di mezze verità e bugie e non può essere raccontata altrimenti.

Alla sua pubblicazione in Perù nel 1965, «Niente miracoli a ottobre» fu al centro di un animato dibattito culturale: una parte della critica lo considerò osceno e offensivo, mentre fu elogiato da autori del calibro di Arguedas e Vargas Llosa. Nel giorno della processione del Signore dei Miracoli, vediamo sfilare tutta Lima: da Don Manuel, ricchissimo e potente banchiere, al suo giovane amante Tito; da Don Lucho, impiegato in cerca di una casa per la famiglia sotto sfratto, a Bety, che aspetta invano un anello di fidanzamento. Una miriade di personaggi danno vita a un ritratto espressionista della metropoli, con lo splendoredei suoi quartieri eleganti e la miseria delle sue periferie: il racconto sociale di Lima e del suo popolo dolente e orgoglioso.Con una prefazione di Mariana Enríquez.

Niente miracoli a ottobre è uno dei romanzi più amari che mi sia capitato di leggere: non troverete niente di consolatorio nelle sue pagine, solo la constatazione di come i potenti schiaccino la povera gente o quella che povera sta per diventarlo perché certi maneggi non le sono familiari.

Reynoso, autore marxista che non vi lascerà dubbi sulla sua visione del mondo dopo la lettura di questo romanzo, riesce a intrecciare molteplici modi nei quali la popolazione peruviana – e non solo, possiamo dire, visto che la letteratura travalica i confini – viene impastoiata per portare sempre più potere e ricchezza a chi ne detiene già in quantità.

Definito osceno per la disinvoltura con la quale si parla di sesso, omosessualità e si usa un linguaggio decisamente colorito, e poco conosciuto al di fuori del Perù, Niente miracoli a ottobre non ha accusato il passare degli anni e continua a regalarci riflessioni attuali.

E voi che mi raccontate? Come va? Spero non troppo male!💚 Fatemi sapere!

A presto!🐾

9 risposte a “Due libri di letteratura sudamericana”

  1. Ok, però salva tutto su una memoria esterna!

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    1. Me l’ha ridato con la promessa di non ritornare urlando come una pazza perché ho perso tutti i dati come gli capita spesso!😂 Quindi è già tutto al sicuro.

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  2. Tienici aggiornati sul pc <3. Quanto a me sto esorcizzando l'ansia con "Cherry Magic" (credo che ti potrebbe piacere). Buone letture!

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    1. Ogni tanto si riavvia da solo, ma per ora tiene botta (per inciso, l’ultima volta che mi ha ridato indietro qualcosa di acciaccato è stato tipo cinque anni fa: era il televisore ed è ancora al suo posto a fare il suo mestiere).
      Mmh, interessante, me lo segno. Grazie per il consiglio!🧡

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  3. Ahh Santa Evita sembra super interessante! Mi ha sempre ispirato una biografia della Duarte, ma una storia del genere non l’avevo mai sentita!

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    1. È davvero incredibile, se ti interessa la sua storia, ti consiglio di recuperare anche questo libro.

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  4. Libri molto interessanti. Anche questi da aggiungere alla lista. Mi interessi a troppe opere!

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    1. Ahahahah, oops!😅

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