Da più di vent’anni Naomi Klein è la più importante reporter della guerra economica che le grandi multinazionali hanno condotto a spese delle persone e del pianeta. Non ha mai smesso di combattere per la giustizia sociale e per la salvezza dell’ambiente, documentando le catastrofi in corso e raccogliendo dati, spesso scomodi. Questo libro svela le verità che non conosciamo e mostra le conseguenze di quelle che non vogliamo vedere, portandoci sui fronti dei disastri naturali contemporanei, dalla Grande barriera corallina ai cieli anneriti dal fumo nel Pacifico nordoccidentale, fino ai danni provocati in Porto Rico dall’uragano Maria. Quelli di Naomi Klein sono interventi tragicamente premonitori, perché ci mettono in guardia sui disastri ecologici che ci aspettano se perdiamo l’ultima occasione per agire e cambiare la direzione del nostro futuro. Per combattere la crisi climatica dobbiamo essere capaci di rinunciare alla cultura consumistica, schiacciata sull’ipocrisia di un eterno presente, e anche alla costruzione dei muri che dividono i popoli e alimentano le disuguaglianze. Dobbiamo lasciarci alle spalle l’illusione di poter dimenticare i danni che la nostra civiltà procura al pianeta. Questa catastrofe globale non è solo un problema politico: ha a che fare con la nostra immaginazione e con il coraggio di affrontare la sfida di un cambiamento radicale nel nostro stile di vita. Per superare la crisi del clima, dobbiamo cambiare il sistema che l’ha prodotta.

2020 RHC, Task 15: Leggi un libro sul cambiamento climatico

Questo è il tipo di libro di cui abbiamo bisogno in modo che l’emergenza climatica in corso venga presa sul serio e si inizi seriamente a mettere una pezza e ad arginare il casino che abbiamo combinato. Non pezzi strappalacrime su teneri animaletti in via d’estinzione, ma pezzi che puntano il dito su un sistema socio-economico non più sostenibile e sulle sue diverse ramificazioni, in modo da unire lotte e rivendicazioni solo all’apparenza distanti tra loro.

Il mondo in fiamme è una raccolta di saggi scritti o pronunciati da Naomi Klein nel corso degli anni in merito alla crisi climatica, che, grazie all’attivismo di persone come Greta Thunberg, sembra ormai dato per certo, ma che ancora guardiamo come a qualcosa di lontano, come se non ci riguardasse, come se eventi climatici estremi non stiano già minacciando le nostre case e non abbiano già devastato la vita di migliaia di persone.

Difficile trovare una recensione dove si accusa Klein di star esagerando o di non dire la verità: le opinioni negative riguardano più che altro le soluzioni proposte e hanno una natura ideologica di opposizione agli interventi raccolti sotto il nome di Green New Deal (che poi, okay, va bene non essere d’accordo, ma le alternative quali sarebbero?).

Ed è per questo che voci come quelle di Naomi Klein sono così preziose: partono dai dati raccolti dalla scienza e dal consenso pressoché unanime della comunità scientifica sul fatto che non possiamo più andare avanti così e su quelli basano la riorganizzazione delle nostre società, oltre ad avere il prezioso dono di rendere accessibili a chiunque concetti non proprio semplicissimi.

7 risposte a “Il mondo in fiamme di Naomi Klein”

  1. Le persone purtroppo recepiscono i fatti del cambiamento climatico come qualcosa di remoto. Si tende ad essere ottimisti e a fregarsene. Purtroppo quando qualche politico prova ad avanzare delle proposte o non viene ascoltato perché fa parte di una minoranza talmente risicata da non avere voce oppure viene attaccato con una miriade di “E allora la Salerno-Reggio Calabria?” e robe simili che finiscono per forza di cose a distogliere l’attenzione dal tema. E questo è un problema enorme.

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    1. Secondo me, è anche una questione di associazione. Quando succede qualcosa di meteorologicamente estremo, il focus è sempre su un generico maltempo, non sulle cause a monte di quei fenomeni estremi. Circa due settimane fa, in Toscana ci sono stati allagamenti e trombe d’aria, ma non è scattata alcuna riflessione sull’emergenza climatica. Nel mio paese, pare che la colpa fosse tutta dell’amministrazione comunale che, sebbene alle volte ci metta del suo non facendo le varie manutenzioni, non è che possa fare poi molto se in una notte ti cade l’acqua di un mese, visto che il paese stesso non è pensato e costruito per gestire tutta quella pioggia in poche ore. Ci sta che la gente non si preoccupi tanto della barriera corallina che è lontanissima, ma nemmeno degli allagamenti di casa propria?

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      1. Infatti ogni volta che sento le notizie dei “danni da maltempo” alzo gli occhi al cielo perché sono così frequenti che non si può più parlare di semplici catastrofi. Per carità, anche qua lo scorso anno con un temporale ha straripato quella mezza calzetta di fiume che abbiamo, però anche se lo avessero tenuto pulito non sarebbe cambiato molto. Mi dispiace che non si stia affrontando con la stessa fermezza con la quale è stata presa (giustamente) la pandemia

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      2. La pandemia, per quanto traumatica, è stata un’ottima dimostrazione di come, se ci mettiamo di buzzo buono, è possibile cambiare abitudini, anche radicate, in nome di un obiettivo comune. Possiamo benissimo cambiare ancora per cercare di salvare quanti più ecosistemi possibile.

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  2. […] un libro sul cambiamento climatico ➡️ Il mondo in fiamme di Naomi […]

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