
Il 5 aprile del 1994, il giorno della morte di Kurt Cobain, cinque persone che con la letteratura hanno poco o niente a che fare, decidono di fondare una casa editrice. La loro strategia è semplice: chiedere agli autori di pagare per essere pubblicati. Il sistema funziona, gli scrittori accettano e sembrano pure essere dotati di talento, le vendite vanno a gonfie vele, ogni libro, che sia un saggio, un thriller, un romanzo epistolare, diventa un caso editoriale. Purtroppo, ogni volta che un autore riesce a trasformare il proprio sogno in realtà, ovvero il proprio manoscritto in libro, muore. Superando la struttura e la narrazione convenzionali, l’autore compone la trama come un mosaico, alternando la classica narrazione a frammenti di opere, articoli di giornale, lettere, recensioni, verbali di polizia ecc. “Come sciacalli senza cuore” non è soltanto uno spietato atto d’accusa contro il fenomeno dell’editoria a pagamento, ma una critica sociale di ampio respiro.
Questo libro mi è stato gentilmente inviato dall’autore.
Pur amando leggere, non sono molto addentro alle dinamiche del mondo dell’editoria. Anzi, spesso mi sembra oscuro e leggo molto volentieri le parole di chi ci lavora e spende parte del suo tempo a spiegare a noi profanə come funziona l’ambaradan.
Quindi so dell’esistenza dell’editoria a pagamento (ovvero case editrici che si fanno pagare da chi vuole pubblicare un libro) e non posso che averne un’opinione negativa: non solo mi sembra sbagliato che un’autere debba pagare per il suo lavoro, ma anche scorretto nei confronti di chi legge, che si ritrova tra le mani un libro nel quale nessunə pare aver creduto. Mi sembra molto meglio buttarsi nell’autopubblicazione…
Ma lə auteri sanno essere creature davvero vanesie e sappiamo benissimo che vedere il proprio libro pubblicato da una casa editrice è più gustoso che saperlo autopubblicato: ci si può vantare di essere statə sceltə, volete mettere?
E Come sciacalli senza cuore gioca con l’avidità delle case editrici a pagamento e con la vanità dellə scritteri. Spesso quando si parla di editoria a pagamento si scarica tutta l’ignominia sulla casa editrice, ma questo romanzo punta il dito anche contro la passione degli esseri umani per il mettersi in mostra, si abbia o meno del talento: basta essere convintə di averlo. È per questa sua critica del fenomeno a tutto tondo che ho trovato le vicende narrate in Come sciacalli senza cuore, per quanto improbabili (spero), estremamente verosimili.
L’unico difetto che ho riscontrato nel libro è stata una carenza nella caratterizzazione dei personaggi tanto che più di una volta sono tornata indietro a rileggere il prologo per controllare chi era chi, perché non riuscivo proprio a tenerli a mente. Ma si tratta proprio del pelo nell’uovo: l’ho trovato un libro molto godibile.

Interessante 😍
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Sì, molto💚
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L’autore del libro conferma che la lettrice ha colto in pieno la sostanza del libro 🙂
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Grazie di essere passato!😊
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Ero nel mondo della musica e devo dire che è un mondo spietato e senza scrupoli, che pensa solo al guadagno senza lasciare dignità umana ed artistica. Non molto diverso da queste dinamiche.
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Sì, ho sentito raccontare dinamiche piuttosto perverse in entrambi gli ambiti. Immagino sia molto difficile muoverci i primi passi e che sia facile finire per essere sfruttati senza nemmeno rendersene conto.
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Ciao! Io ci sono dentro in entrambi i mondi, per pura passione, e pur con inevitabili differenze sostanziali, le difficoltà ci sono in entrambi gli ambiti, spesso dovute a chi gestisce, a chi sta in alto, ovvero case editrici, case discografiche ecc.
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